Vendere online è conveniente, utile, necessario per molti aspetti. E se un semplice ecommerce non basta più, il social commerce può essere la risposta.

È un fatto. Il 2020 ha segnato un punto di svolta anche in Italia per il commercio online. Molti acquirenti hanno preso confidenza con quello che prima era più un’esperienza saltuaria. Molti negozianti, nel momento in cui sono stati costretti a chiudere, hanno trovato nell’ecommerce una via d’uscita.

Cosa succede ora? Che il boom dell’ecommerce va assecondato, e la presenza online va perfezionata e resa più efficace. Questo significa anche adattare i modi e le condizioni tenendo conto di trend e nuove abitudini di acquisto.

Capita questo, allora: il social commerce è uno dei trend più in vista. Una tendenza che promette di rivoluzionare la maniera di vendere online. Specialmente in un settore come l’abbigliamento.

Piattaforme come Facebook o Pinterest ti permettono ora di completare gli acquisti direttamente da social.

Più in generale, per vendere online oggi hai bisogno di più canali digitali, da scegliere, usare e integrare nel modo più adatto.
Ti spieghiamo come.

SOMMARIO

Social commerce: cos’è?

Diverse piattaforme social, a partire da Facebook, stanno potenziando gli strumenti di shopping a disposizione sul loro canale.

Da Facebook Marketplace a Facebook Shops, si arriva così al social commerce vero e proprio. Un’evoluzione dello shopping online che ha enormi potenzialità, anche se va prima testata in concreto.

A chi conviene il social commerce? I benefici variano, anche parecchio, a seconda del punto di vista. Per chi gestisce una social media platform, questo è chiaramente un modo per trattenere più a lungo gli utenti.

Anzi, con lo shopping su social network si crea un vero sistema chiuso che permette di iniziare e concludere un’esperienza di acquisto senza uscire dalla piattaforma. È quello che succede già in alcuni mercati, come quello cinese.

Ai potenziali clienti il social commerce offre una customer experience molto più immediata e pratica. Vedono un prodotto, sono interessati e lo acquistano direttamente: se parliamo di customer journey, è un progresso notevole.

In sostanza, l’intenzione di acquisto viene soddisfatta nel momento in cui si presenta, in uno-due passaggi, senza altre mediazioni.

Questo è un vantaggio notevole anche per chi vende. In sostanza, grazie al social commerce puoi intercettare i potenziali clienti prima e meglio. Ma ci sono anche delle controindicazioni da avere presente.

Vedi anche: Customer journey map: cos’è e come crea la mappa per capire i consumatori

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Social commerce vs ecommerce: le differenze

Sono a volte usate come sinonimi, ma in realtà non lo sono. Optare per l’uno o l’altro dipende dal tipo di azienda, da quello che vende e dalla sua clientela.

L’ecommerce è sicuramente un termine più conosciuto. A livello generale, è tutto quanto fa commercio online: in questo senso, anche Facebook Shops è ecommerce. Per convenzione, però, consideriamo ancora come ecommerce in senso stretto quello del negozio online con catalogo, schede prodotti e carrello.

Certo, il sito web per vendere degli anni ’20 è oggi molto diverso rispetto al passato. Più dinamico e integrato con gli altri canali digitali.

A proposito di integrazione dei canali digitali. Social commerce è questo: un sistema che integra i canali social nella strategia di vendita online, anche non direttamente.

Un buon social commerce è anche quello che assegna ai social funzioni di vetrina, assistenza clienti, intrattenimento. Che però hanno un ruolo nel processo di vendita e in qualche modo indirizzano il cliente nello shopping online.

Visto dal punto di vista del consumatore, il social commerce diventa social shopping. Cioè la possibilità di fare acquisti direttamente dal social media.

È quello che accade appunto con Facebook Shops. Qui il processo di vendita si svolge interamente all’interno del canale social, con alcuni vantaggi non trascurabili in termini di user experience e, per chi vende, di risposta immediata a un’intenzione di acquisto.

Vedi anche: Introduzione a Facebook Shops: crea le tue vetrine personalizzate

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Come vanno le vendite con il social commerce

“Nel caso migliore, i consumatori si stano ancora abituando all’idea di fare acquisti direttamente dai social. In quello peggiore, è una battaglia persa almeno per un’altra generazione.” [CommonThread]

Le prospettive comunque sono incoraggianti. Soprattutto alla luce di due fattori:

  1. l’accesso online è ormai prevalentemente da mobile
  2. i social media stanno gradualmente sostituendo il web

È quello che succede in Cina, dove infatti la tendenza è quella a chiudere il processo di vendita tutto all’interno dei social media. E in diversi Paesi la risposta alle soluzioni più avanzate sembra incoraggiante.

Facebook Shops negli US pare funzionare piuttosto bene, e anche le funzioni integrate da altri canali social sembrano avere un’ottima risposta.

Non è tutto oro quello che luccica, però.

Forse, come si dice, è una questione di tempo. Il fatto è che c’è ancora una certa resistenza all’utilizzo dei social come piattaforma nativa di ecommerce.

Questo forse per la stessa natura del media, che ha intenti più relazionali e di intrattenimento che di puro commercio.

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Perché il social shopping funziona. E perché no

“Perché si sta sui social media? […] Per passare il tempo piacevolmente. Il che rende difficile vendere prodotti di alta gamma il cui acquisto va ponderato.” [Big Commerce]

Un processo di vendita nativo sui social media può funzionare, secondo gli esperti, per prodotti a basso valore aggiunto. Quelli cioè che soddisfano un’intenzione di acquisto immediata e a basso budget.

L’accesso al social commerce, inoltre, è per chi vende complicato e a volte neanche troppo auspicabile. Consideriamo allora alcuni vantaggi e svantaggi.

Tra i vantaggi, c’è sicuramente il fatto di raggiungere un’audience molto più vasta. Oltretutto gli utenti vengono colti in un momento del customer journey potenzialmente favorevole.

Gli svantaggi principali sono invece legati alla piattaforma. Questo in termini di presentazione del prodotto, di strategie di vendita e prezzi ma anche di fortuna della piattaforma stessa.

Il cambio radicale di audience che segna l’evoluzione di social come FB o IG, per esempio, è un fattore da tenere in considerazione.

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Come fare social commerce

“Il social shopping è una via d’uscita dal solitamente complesso processo di acquisto online che spesso implica il passare da una piattaforma all’altra” [BigCommerce]

Come in tutte le cose, allora, il social shopping vero e proprio è uno strumento da utilizzare nel modo migliore.

Si può fare social commerce, per esempio, per testare il lancio di alcuni prodotti o determinate offerte. Prodotti pensati per un tipo di audience considerato più adatto, oppure offerte che possono risultare più efficaci se proposte in modalità “acquisto d’impulso”.

Una buona idea è anche quella di rivolgersi al bottone “Buy” di Facebook o Instagram per estendere il raggio d’azione. Uscire così dal tuo ecommerce e raggiungere un pubblico che non riesci a fare arrivare sul sito.

Dirigiti, per esempio, a un segmento di pubblico diverso, o a un mercato differente, che potrebbe essere più ricettivo se contattato in questo modo. Le funzionalità di profilazione dei principali social media offrono strumenti per individuare con la massima precisione il segmento di pubblico verso il quale orientarsi.

Al di là della vendita diretta, il social commerce può essere inteso, e funzionare davvero bene, se inserito in una strategia integrata. Quella che utilizza ogni canale per quello che davvero può offrire.

E questo significa, nel caso dei social: interazione, comunicazione, coinvolgimento.

Vedi anche: I social media per la customer retention e la fidelizzazione

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Conclusioni: omnicanalità e commercio online

Instagram, Facebook, ma anche Pinterest sono vetrine formidabili. Possono far convergere l’attenzione su un prodotto e descriverlo in maniera molto più immediata rispetto a un ecommerce tradizionale.

Secondo alcuni analisti, una prospettiva del social commerce è proprio questa: dirigere il processo di acquisto. Verso un ecommerce che però diventa molto più essenziale, in pratica una landing page mirata e autorevole dove completare la transazione.

“I siti web diventeranno meno importanti e i canali social – TikTok, Instagram, Twitter, YouTube – molto più potenti nell’indirizzare i consumatori a pagine costruite specificamente per completare l’acquisto.” [CommonThread]

Ancora una volta, le parole chiave sono integrazione e omnicanalità. Prendere da ognuno dei canali di comunicazione che si hanno a disposizione e integrarli in una strategia coerente.

Un sistema che funziona molto bene quando i canali social vengono usati per migliorare la shopping experience. Aggiungendo informazioni, offrendo assistenza, interagendo con i propri utenti.

Perché il social commerce ha la parola social nel nome, e un’esperienza di acquisto troppo automatizzata può risultare fredda e respingente senza contatto.

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